Centro di studi e piani economici
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Pro-bil
 
 
Rapporto sull’introduzione di un sistema di Programmazione di Bilancio in Italia
 
   


Nell’autunno del 1970, riprese vigore in Italia (ma ancora solo per pochi anni) la politica di piano già inaugurata nel 1964 con il primo governo di centro-sinistra (democristiano/socialista), dopo una parentesi che vide il ministro socialista al Ministero del Bilancio nel 1964 ritornare al governo e rilanciare con un annunciato secondo Piano nazionale di sviluppo 1971-75, la cosiddetta “politica di programmazione economica”. Nel frattempo si erano avviati presso la Segreteria della Programmazione, del Ministero del Bilancio e della PE, diretta da Giorgio Ruffolo il Progetto 80 (vedi) e si era consolidato con molti ricercatori – alla ricerca di un indirizzo stabile di lavoro, che gli alti e bassi di una politica effimera al livello ministeriale, rendeva assai precario e senza vera direzione – l’Istituto di Studi per la Programmazione Economica (ISPE).

Il Centro di studi e piani economici (Centro Piani) , che già era nato come organismo indipendente e tecnico, per stimolare e promuovere gli indirizzi della programmazione economica, ancor prima che tale politica si inaugurasse a livello governativo, cercò di partecipare al rilancio di essa, aggiornando le sue stesse direzioni di lavoro, e cercando di dare buoni supporti agli indirizzi da dare al lavoro dell’ISPE e dello stesso Ministero del Bilancio e della programmazione economica. Il Centro aveva, nella prima esperienza italiana di programmazione economica (1964-69), concentrato tali supporti in due direzioni:
  • lo sviluppo di una modellistica econometrica generale mirata alla maggiore disaggregazione possibile (soprattutto attraverso la utilizzazione di matrici leonteviane input-output, costruite sulle tavole delle interdipendenze strutturali) che diede luogo alla costruzione di un Modello nazionale input output di sviluppo dell’economia italiana (Ricerca MIO-ITALIA) (vedi);
  • lo sviluppo di una pianificazione integrata economica e territoriale (che avrebbe dovuto avere le sue ripercussioni anche su una pianificazione integrata nazionale-regionale) attraverso la costruzione di un Modello nazionale territoriale di sviluppo (Ricerca QUADROTER) (vedi).

Le due direzioni della prima fase si erano comunque arricchite di esperienze e di problematiche nuove, specialmente nel campo degli approcci econometrici, soprattutto sulla base delle riflessioni critiche dell’”approccio programmatico” di Ragnar Frisch, ma anche di molti altri (quali Jan Tinbergen e Leif Johansen) che capovolgeva l’approccio “positivo” tradizionale sia dell’economia che della econometria. La “disaggregazione” - su cui da sempre il Centro Piani, nel suo approccio storico-istituzionalista, aveva fondato la sua metodologia di pianificazione – fu ricercata non solo fra i settori “economici” della contabilità nazionale, ma anche fra i settori “non-economici” (o per lo meno non misurabili in termini di prezzi di mercato (diretti o artificiali). Questa ricerca si sviluppava nel quadro della necessità crescente di una “contabilità” economica allargata, che rendesse conto anche di fenomeni esterni alla contabilità economica tradizionale, per esempio la contabilità sociale (costi e benefici sociali) ed ambientale (costi e benefici ambientali). Si doveva infatti stabilire una programmazione delle decisioni politiche amministrative che tenessero conto di tali costi extraeconomici, al fine appunto di “valutare” in modo nuovo la crescente presenza dello stato e della amministrazione pubblica come fattore di produzione e di benessere.

Questo ammodernamento delle direzioni di ricerche del Centro Piani si espresse nel tentativo di istituire una contabilità programmatica attraverso il Progetto Quadro (vedi) da un lato (poi portata avanti attraverso le ricerche Quadprog (vedi) e, dall’altro, il suggerimento al Ministero del Bilancio e della PE in Italia di introdurre un sistema di valutazione programmatica degli effetti della spesa pubblica, esercitata attraverso le istituzioni pubbliche, a livello centrale e locale.

Quest’ultima direzione di ricerca [Ricerca sulla programmazione di bilancio (Probil)] si manifestò attraverso un Rapporto che fu scritto dal direttore del Centro sulla base della esplorazione delle esperienze di PPBS (Programming, Planning, Budgeting System) introdotte negli Usa in alcuni Dipartimenti e la configurazione di un sistema da introdurre in Italia, su larga scala per prima cosa a livello dei diversi Ministeri. Tale
Rapporto, di cui si vedal’Indice, è stato ri-pubblicato nel 1987, ancora in una edizione “interna” del Centro attualmente esaurita (ma consultabile tuttavia nella Biblioteca del Centro).


   
   
   
 
         




       
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